Hybrid work e liquid workspace, workloud e traffic jam tra meeting e richieste, obiettivi sempre più sfidanti, livelli di engagement e work experience/life balance variabili da gestire: è questo il frullatore tra le mani dei manager, oggi.
Lavoriamo in modo pratico e intelligente al loro fianco per:
- Facilitare la lettura del contesto e del “perché” trasformare certi comportamenti. I manager, anche quelli bravi, si spostano se ne colgono il senso.
- Passare da un approccio “goal first” o “people first”, prodotto di un mix di personalità e fattori culturali, a “vision first” che è invece una scelta. E dove la capacità di definire e offrire sempre una direzione forte e chiara diventa il primo driver.
- Alimentare un mindset agile che superi bias e semplificazioni riconoscendo e valorizzando le differenze (generazionali, aspettative, competenze… ) e le scelte individuali rispetto all’ibrido.
- Diffondere la pratica dell’engagement, dell’autonomia e dell’empowerment non come concessione a «chi le merita», ma come obiettivo diffuso da raggiungere con tutti.
- Creare le condizioni per l’autonomia delle persone con obiettivi scolpiti, una differente organizzazione del lavoro e monitoraggio.
- Saper gestire le situazioni più spinose come il coinvolgimento in ibrido delle persone più resistenti e passive.
- Influenzare in modo positivo capi e stakeholder per far evolvere “cattive abitudini di connessione” che generano frustrazione nel team. Oggi la leadership passa anche da qui.